Il Gruppo Danieli punta a crescere in Cina, India e Asia

UDINE. I mercati in crescita, a partire da quello cinese, non vanno solo presidiati. «Dobbiamo essere competitivi in Cina con i cinesi, e questo significa allineare i costi». E crescere nei mercati che corrono è la condizione per poter mantenere cuore e cervello in Italia.
È la risposta di Danieli alla “via della seta”, grazie alla quale il colosso asiatico punta a penetrare nei mercati di tutto il mondo, dichiarando un obiettivo ambizioso per la propria divisione di Plantmaking, ovvero la costruzione di impianti siderurgici, che ha una propria sede proprio in Cina. «Paese che concretizza puntualmente e proprie previsioni di crescita», chiarisce il ceo del Gruppo, Giacomo Mareschi Danieli, e un’altra in India «Paese meno determinato nel perseguire i propri traguardi, ma questo non ci impedisce di esserci», ha aggiunto.
Alla conferenza stampa di presentazione del bilancio 2019-2020 (il Gruppo chiude l’anno fiscale il 30 giugno di ogni anno), è stato Giacomo Mareschi Danieli a illustrare i 5 punti della vision del Gruppo.
«Gli investimenti del passato ci hanno permesso di costruire solide basi tecnologiche, ora dobbiamo migliorare la qualità della vendita». Altro nodo «la specializzazione, che significa fare sempre meglio ciò che facciamo, e l’innovazione, ovvero sviluppare le soluzioni di domani, puntando ancora di più sul green e la sostenibilità». La pandemia è arrivata in una fase di flessione del ciclo mondiale dell’acciaio, ora si rileva una spinta all’investimento registrata da giugno in poi con un recupero significativo degli ordini che si erano fermati nei mesi del lockdown.
«Da Cina, Nord America e Russia - ha proseguito Mareschi Danieli - è arrivata circa la metà del portafoglio ordini di quest’anno». Commesse che si rintracciano nelle previsioni di Alessandro Brussi, direttore amministrativo del Gruppo, che indica in 2,9 miliardi il valore degli ordini per l’esercizio in corso, «che riteniamo miglioreranno ulteriormente nell’anno successivo salendo a 3,2 miliardi, con un ebitda stimato in 250 milioni di euro, mentre la sola Abs riteniamo possa raggiungere il miliardo di euro di fatturato, con una marginalità di circa il 10%. Credo - ha concluso Brussi - siano poche le aziende in Italia che possano elaborare previsioni di questo genere».
L’Asia resta un’area in cui Danieli «continuerà ad investire - ha aggiunto la vicepresidente Camilla Benedetti -, anche perché contraddistinta da un trend di consumo di acciaio dinamico. Nel nostro stabilimento in Cina (1.100 addetti) abbiamo avviato un percorso di redditività e di crescita con l’obiettivo - ha sottolineato - di diventare competitivi con i cinesi nella produzione di prodotti innovativi». Investimenti anche in Thailandia, soprattutto per formare competenze, nel potenziare l’ufficio tecnico in Vietnam, e nella sede indiana. Particolare attenzione alle risorse umane: «puntiamo a valorizzare il merito e a mettere i nostri collaboratori nelle condizioni di crescere».
Danieli riserva un’attenzione particolare ai più giovani, e dopo aver già avviato un percorso scolastico a Buttrio per i bambini in età pre-scolare, e a quelli in età scolare con l’asilo e le scuole elementari, il prossimo anno «inaugureremo - anticipa Camilla Benedetti - la scuola secondaria di 1° grado».
Nel settore dei costruttori di impianti, Danieli occupa una posizione di leadership nel mercato mondiale, anche e forse soprattutto per la forte innovazione che caratterizza gli impianti, progettati per essere sempre più sostenibili, a basso consumo e a ridotte emissioni, e pronti all’impiego di fonti di energia oggi non sempre disponibili (se non ad alti costi) come l’idrogeno. Su questo fronte la richiesta arriva - per ora - soprattutto dall’Asia, Usa e Cina. E l’Europa? «Gli investimenti in questo continente sono orientati soprattutto verso l’acciaio green - spiega Mareschi Danieli -, dove credo sarà leader nel cambiamento. In Usa la politica di Trump ha spinto molto gli investimenti, ora vedremo che cosa accadrà con le elezioni. La Russia ci ha dato grandi soddisfazioni, ha risorse, mercato, territorio e deve ancora compiere passi ambientali a breve».
Nel settore dell’acciaio, soggetto ad andamento ciclico, «credo che il Covid contribuirà ad una ulteriore selezione dei competitors presenti sul mercato - avanza Gianpietro Benedetti -. Ricordo anni in cui le acciaierie erano numerose, anche in Italia, oggi ne contiamo 5. Potrebbe aprirsi ora una ulteriore fase di selezione, si potrebbero profilare possibili acquisizioni... Per quel che ci riguarda ci stiamo preparando per essere quelli che corrono in avanti nel percorso di selezione».
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