Bertelle: faro sugli intrecci Bpvi e diocesi di Vicenza

In una lettera al vescovo berico monsignor Pizziol, l'avvocato e socio chiede conto degli intrecci dei ruoli e delle azioni in carico alla Diocesi ancora al 62,50 euro

VICENZA. Se Giovanni Schiavon, presidente dell’Associazione soci Veneto Banca ha scritto a Bce, Bankitalia e Abi circa ruoli, compensi e intrecci dei membri del board, l’avvocato Renato Bertelle a capo dell’Associazione azionisti Popolare di Vicenza scrive al Vescovo di Vicenza monsignor Pizziol chiedendo di intervenire.

“Decine di soci migliaia di soci coinvolti e nessuna voce dal mondo cattolico vicentino?” chiede l’avvocato riportando gli interventi di don Torta e il recente del vescovo di Udine, monsignor Mazzoccato.

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La redazione


La risposta al silenzio la sostanzia Bertelle stesso: “è forse perché la diocesi di Vicenza è da lunga pezza pesantemente coinvolta nei rapporti con la Banca Popolare di Vicenza e con il suo ex presidente Zonin”. Bertelle parla di una quota di azionariato in capo alla Diocesi di  26.255 azioni (oltre 1.640 milioni a 62.50 euro), preceduta dall’ordine dei Servi di Maria, meglio conosciuto come “i Frati di Monte Berico”,  che detiene ben 30.495 azioni (oltre 1.900 milioni di euro)”.


Bertelle parla di “scambi particolari” tra Banca e Diocesi “tramite il segretario monsignor Antonio Marangoni, per le cui attività temporali siede in diversi consigli d’amministrazione collegati all’ex patron della Bpvi: dalla ormai famosa e discussa Fondazione Roi alla Biblioteca “La Vigna”, all’Istituto per le ricerche di storia sociale della Provincia all’Archivio diocesano”.


Per chiarire ruoli e posizioni, spiega Bertelle, “sarebbe opportuno che una voce, almeno consolatoria, provenisse,  per non essere ritenuto troppo “finitimo” dei “salotti buoni” della Vicenza finanziaria “deviata”, così come l’ha definita dal procuratore della Repubblica di Vicenza Cappelleri di Vicenza”.
 

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